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Berghain, il club techno di Berlino più conosciuto al mondo

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Foto copertina di Robert Agthe via flickr

Ad oggi il club techno più famoso al mondo si chiama Berghain e si trova a Berlino. Migliaia di persone da tutto il globo si ritrovano nella capitale tedesca per vivere quest’esperienza, abbandonano per un po’ le loro vite ed entrano nel “tempio” per ritrovare se stessi.

Berghain Universitatfoto via .facebook.com/BerghainUniversityUna storia che dà la spiegazione

Creare un club come un’opera d’arte. Questo l’intento che ha guidato Michael Teufele e Norbert Thormann, padri del Berghain nascosti nell’ombra. Torniamo indietro negli anni ’90, i due gestiscono un sex-club chiamato lab.oratory quando gli viene proposto di ampliare lo spazio preso in affitto. È il deposito ferroviario in disuso della stazione di Ostgüterbahnhof, su Stralauer Allee.

Nasce l’idea di aprire un dance club che si chiamerà Ostgut. L’esperienza acustica è quella ipnotica della techno industriale, c’è buio intorno ad una folla sessualmente libera, prevalentemente di genere maschile e gay. Un luogo che rivela una natura audace, impulsiva e disinibita perché custodita in luogo sicuro. Diventa la venue di un evento gay-fetish chiamato Snax.

Due anni più tardi, viene aperta un’estensione del locale con il nome di Panorama bar, qui un tipo di tech-house più leggero dilata la scena e sul dancefloor si diversificano i generi sessuali. Nasce qualcosa di unico e prezioso, è la protesta creativa di Berlino che parla a bassa voce, perché una regola non scritta chiama alla discrezione. Bisogna tenerlo nascosto perché è un tesoro troppo grande.

Un piano di riqualificazione del 2003 spinge alla chiusura dei club e la sede dell’Ostgut viene abbattuta, Michael e Norbert non si aspettano di trovare una nuova location capace di ricreare l’atmosfera unica dell’Ostgut e invece una centrale elettrica abbandonata diventa la nuova casa di questa grande famiglia. All’inizio esiste solo il Panorama bar dopo poco arriva il Berghain (chiamato così perché posizionato al centro tra i quartieri di Kreuzberg e Friedrichshain). Oggi è il capo, tra i migliori locali di musica techno.

Perché una selezione così dura? Il Berghain è un posto speciale

Caduto il muro, nella Berlino Est i club riempiono molti degli edifici svuotati dal socialismo, ogni realtà tira a sé un certo gruppo sociale o standard umano. Lontano dall’essere un’estensione della vita privata, l’Ostgut invece è dove ci si spoglia dei vestiti e insieme delle proprie vite, dove il banchiere di 60 anni balla a dorso nudo accanto allo spacciatore, tutti sono lì per la musica, per esprimere la propria sessualità e il proprio essere fuori da ogni schema.

Home is Berghainfoto di Alberto Cabello via flickr

Questo spirito è quello che ha concepito il Berghain, è ciò che lo rende un nonluogo, un entità creata dal legame che si instaura fra l’individuo, lo spazio e la musica. Ecco perché si rende necessaria un’attenta selezione all’entrata. Chi si ritrova dentro deve essere pronto a rispettare questa entità e divenire parte di essa, senza giudicare, senza protagonismi, mantenendo aperta la mente e lo spirito e senza stupirsi quando si vedono due o tre persone fare sesso su un divano o corpi nudi di ogni tipo vagare tra la gente.

Come si fa ad entrare al Berghain? Non esiste un codice

Non è facile individuare un codice che garantisca l’entrata al Berghain ma una cosa è certa, bisogna avere rispetto!

Non sono viste di buon occhio comitive numerose che fanno gruppo e non entrano a far parte del “gioco”. Non sono ammesse le persone chiassose, ubriache o visibilmente drogate, persone moleste o con il tipico atteggiamento da turista sbandato.

Pensate che basti vestirsi di nero, apparire gay, non troppo giovani, fingere di essere qualcun altro o di essere tedeschi? Tutto sbagliato. Non è tanto una questione di età, di sesso o di abbigliamento quanto di stile.

Il frequentatore ideale del Berghain ha personalità, una stravaganza rilassata, a volte celata ma intuibile. È amante della musica, non va a ballare per ritrovarsi con gli amici ma per parlare con chi non conosce, va lì per perdersi tra i suoni per riempire il buio e rimanere in armonia con qualsiasi cosa lo circondi.

Il lasciapassare è reso dalla figura di insieme, che sia emancipata, rispettosa, corretta e di ampie vedute, trasgressiva o non. È inutile lamentarsi. Senza selezione, il Berghain non sarebbe il Berghain.

Berghain fetishfoto via facebook.com/BerghainPanoramaBarOfficial

Una volta dentro

Con soli 15 euro si accede al miglior club del mondo, ecco quanto costa l’ingresso al Berghain. Una volta dentro si attende con calma il proprio turno per posare la giacca nell’enorme guardaroba al piano terra. Si lasciano giù cappotti, zaini, quello di cui volete liberarvi.

Poi si entra, le vibrazioni assalgono i corpi che camminano richiamati dal sound potente. I bassi rimbombano sulle scale in ferro che portano sopra sul dancefloor, vi trovate alle spalle di centinaia di corpi in movimento illuminati a intermittenza. Sul lato destro c’è il bar, tra un lungo bancone di pietra e pareti altissime disegnate da colonne. Sul lato sinistro invece ci sono i bagni e la scala che porta sopra, al Panorama bar.

Le fotografie all’interno non sono consentite, quello che accade al Berghain resta solo un’esperienza impressa nei vostri ricordi. Pensate a percepire e vivere quel luogo, piuttosto che a fare da cronisti. Perdetevi tra la folla, ballate la musica di djs superiori e del migliore impianto esistente al mondo, esplorate la diversità ma non la giudicate.
Rimanete aperti verso gli altri e troverete voi stessi.

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Foto copertina di Robert Agthe via flickr
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